Entrambe le posizioni risultano inaccettabili ai tuoi sensi, i quali si ribellano alla volgarità dell’una posizione e alla faziosità dell’altra. E in ultima analisi, forse alla volgarità e alla faziosità del prendere una posizione.
Stamane giornali e radiogiornali hanno salvato la pelle con quella che è indubitabilmente la notizia interna del giorno: Michele Santoro e la Rai interrompono la propria collaborazione e con ogni probabilità “Annozero” continuerà ad andare in onda dagli studi televisivi di La7.
Qual è il nesso con il pensiero personale d’apertura? Il popolare giornalista ormai da tempo appartiene alla nicchia dei personaggi pubblici – non molti ma a ben vedere nemmeno pochissimi - ai quali è demandato, in termini popolari di aspettative, il ruolo di mentore: quanto viene esternato, raccontato, recitato dal palco del talk show più discusso d’Italia viene da tutti accolto come misura alla quale accostarsi o viceversa dalla quale prendere accuratamente le distanze.
Vittima illustre, recidivo, quell’antico e a questo punto ingenuo Presidente del Consiglio il quale evidentemente pensa che eliminando le parole insieme svaniscano anche i concetti e crede di essere il capo di tutte le reti televisive italiane.
Voglia o no, piaccia o meno, il giovedi sera è da tempo il rendez-vous con il punto della situazione in Italia: politici, giornalisti ma anche personalità della cultura si affrontano, scaldati e stemperati, portati a ebollizione e sapientemente tolti dal fuoco appena in tempo da quello chef del catering mediatico che è il nostro giornalista e conduttore campano il quale, piaccia a lui o no, agisce in maniera non molto dissimile da quella del suo nemico pubblico numero uno, il sopracitato Berlusconi Silvio; anzi, si può asserire senza fallo che i due compongano, almeno per strategia di comunicazione, ognuno il rovescio di una stessa medaglia.
E allora, ecco il nesso con l’apertura di questo pensiero: tante, tantissime persone, cittadini con diritto al voto, non si riconoscono più o non si sono mai identificati nel pensiero politico dell’uno o dell’altro governo e della sua zecca oppositiva; men che meno in chi, astutamente, si è posto in un virtuale “mezzo” sfruttando o tentando di sfruttare questa desertificazione degli antipodi, mascherina ormai ben conosciuta.
La reazione primigenia a questo stato delle cose, legittima e comprensibile, è l’astensione al voto come modo di colpire l’oggetto del proprio dissenso; tuttavia questa qualità di giustizia è un suicidio, molto simile al farsi saltare in aria per uccidere qualcun altro.
Immagino che il desiderio di queste persone, tra le quali mi iscrivo, sia vivere tranquillamente, senza inquinare il pianeta, senza sfruttarlo; di essere in armonia con gli altri, tutti gli altri, di non voler capitanare nessuno, di non cercare la competizione se non su un campetto sportivo.
Ecco, questo è il partito al quale mi sento vicino il quale, purtroppo ma anche grazie al cielo, non diventerà mai un partito ma resterà un sentimento, quello che alberga nei nostri cuori.
Non esiste una strada sbagliata. Ogni strada ti porterà a una destinazione.
A presto!
Mario Pullini
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