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domenica 3 aprile 2011

Archibald Scopre Che Deve Morire





- "Dottore, la prego di essere sincero fino in fondo. 
Ho ormai quarant'anni, e per quanto tragica possa essere la diagnosi sono maturo abbastanza per poterla sopportare.." 
- "In effetti dovrò essere franco con lei, signor Orowitz. 
Abbiamo valutato con estrema attenzione le sue lastre e le analisi, e temo di poter ammettere con sicurezza che non le restano da vivere che una cinquantina d'anni." 
- "Davvero, dottore?" 
- "Sì. Coraggio.. Cerchi di vivere il più serenamente possibile il tempo che le resta." 


Folgorato dalla notizia, Archibald vagò per la città fino a tarda sera, attanagliato dall'idea della fine: - "La gente muore, okay, questo si sapeva, ma perché deve toccare anche a me?" - Non fosse stato perché era digiuno dalla mattina, avrebbe anche commesso una sciocchezza, impiegandosi in una banca. 


Ma, seppure in preda al panico, una mente raziocinante non può non rimanere tale anche in circostanze drammatiche come questa. Entrò in una trattoria, e vide seduto ad un tavolino un prete che consumava un pasto frugale. 


- "Padre" -, disse rivolgendoglisi, - "Un giorno morirò..
- "Tutti moriremo figliolo, prima o poi", replicò il prete. 
- "E' morto anche Gesù Cristo, nonostante la paternità.. Tu hai qualche raccomandazione da più in alto?
- "Nessuna raccomandazione
- "E allora mettiti in fila e rassegnati, ragazzo.." 
- "Ma io non voglio morire.. Non posso. Pensi alle occasioni che perderei alla lotteria..
- "Ti capisco, ma non posso proprio aiutarti..
- "Ma Dio esiste, padre?
- "Che razza di domanda è questa? Certo che esiste! Cosa mi tocca sentire.. Ma come credi che abbia potuto trovare quel posto in Comune mio fratello? E' sempre stato un idiota.. Il più idiota di tutta la famiglia.


Per niente rassicurato dalle parole del sacerdote, Archibald continuò a girare per la città senza una meta. - "Come tutto appare più bello e prezioso" - pensò guardando i cumuli di immondizia sotto i palazzoni grigi ricoperti da scritte e murales. - "Tutto questo continuerà a esistere anche senza di me. Miliardi di persone continueranno la loro esistenza e io non ci sarò.. Che resterà di me?" - si chiedeva amareggiato. 


Passò davanti a un museo e vi entrò. Si soffermò davanti ad un dipinto di Kandinsky e pensò: - "Questi quadri, per esempio.. Chi li ha fatti è tutta gente morta da un sacco di tempo; però si continua a parlare di loro., e chissà per quanto tempo ancora... Dante Alighieri, Mozart, Leonardo Da Vinci hanno lasciato delle opere d'arte che li hanno resi immortali.. Ma di me cosa rimarrà, a parte quel maledetto debito con mio cognato?" - 

Non esiste una strada sbagliata. Ogni strada ti porterà a una destinazione.


A presto!


Mario Pullini

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