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lunedì 21 marzo 2011

La Guerra E' Bella, Anche Se Fa Male



Eccola. Puntuale, è tornata. Chi sostiene di non averne sentito la mancanza, è in cattiva fede. Perché la guerra è bella, anche se fa male. Me lo sono chiesto mille e mille volte, da ragazzino, che cosa intendesse De Gregori, dicendo che la guerra è bella: la guerra è brutta, è terribile dicevano ma lui, con quelle note semplici e perfette, mi aveva convinto. 


La guerra è lo stato di crisi irrinunciabile. Certo, meglio se a combatterla ci va qualcun altro, a pagamento così se crepa saltando su una mina anticarro si può pensare ben ti sta, così impari ad avere guadagnato cinquemila euro al mese, o anche di più: io non li ho mai guadagnati quei soldi e comunque la mia guerra la combatto anch'io, ogni giorno. 


Senza guerra entriamo in crisi per eccesso di pace e cominciamo ad odiarci per delle cazzate che persino ai nostri occhi appaiono tali: questo è insopportabile. Serve qualcosa di grosso. Un maremoto, uno tsunami, un cataclisma... No, qualcosa di più grosso, perché quando la terra trema a chi puoi dare la colpa? A Ermete sotterraneo?! 


Serve la guerra, che ci fa sentire deboli e forti insieme, come quando hai l'influenza ma fuori che ti chiama è una bella giornata di sole; ci fa sperare quando ormai non accadeva più da anni di sperare, ti fa sentire che il tuo odio che hai dentro, che hai sempre avuto dentro, è motivato, legittimato come si dice e quindi non ti senti più in colpa. 


Se poi la guerra è mossa contro un essere sanguinario e insieme grottesco come Gheddafi, che sembra una maschera di carnevale, allora tutto va al suo posto come un puzzle di quattro pezzi per bambini. Che imbarazzo per noi italiani che ci abbiamo fatto affari insieme fino a ieri! Un giorno siedi a un consiglio di amministrazione, quello dopo i Tornado ti lanciano sotto il culo qualche decina di missili aria-terra... Sono i casi della vita e le guerre, almeno quelle più vicine a noi, vanno in questa maniera. 


E' come quando una coppia va in crisi: quanto era condiviso e andava a costituire la ragione stessa del rapporto, una volta finito l'amore diventa motivo di rabbia e arma allo stesso tempo. Siamo fatti così. E quando annunciano al telegiornale che il nemico ha alzato bandiera bianca, allora per qualche minuto ci sentiamo onnipotenti, invincibili come quando un fenomeno dello sport di casa nostra sbaraglia la concorrenza internazionale e porta a casa (sua) un bel medaglione d'oro. Qualche minuto e tutto ricomincia daccapo. 


Frustrazione, insoddisfazione, rammarico, rimorso, senso di colpa, rabbia. Ecco, questo siamo noi, tutti. E chi ci conosce molto, molto bene sa che periodicamente ci deve accontentare, pena il pericolo di crollo. Crollo di che cosa? Di questa messinscena, di questa menzogna che è l'esistenza, questo tipo di esistenza per il quale non eravamo, non siamo, proprio fatti.

Non esiste una strada sbagliata. Ogni strada ti porterà a una destinazione.


A presto!


Mario Pullini

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