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martedì 1 febbraio 2011

Gioco Letterario #1: Come Continueresti Questa Storia?





Marco, un giovane di venticinque anni, ed Elena, due in meno, veneti, fidanzati da tre anni fissano la data del loro matrimonio. Marco lavora come impiegato presso un istituto di credito nella città in cui vive; Elena, da poco laureatasi in scienze politiche, non ha un impiego. Tuttavia, la buona condizione economica delle famiglie di entrambi induce i due ragazzi a decidere di sposarsi.


Marco è un ragazzo gioviale: il tipo con cui si fa presto a stringere amicizia. Sportivo, ha parecchi interessi: dal calcetto, ogni giovedì sera con gli amici di sempre, al tennis, bicicletta, sci ma anche passioni di vario genere: colleziona monete antiche e saltuariamente, essendo egli dotato di una bella voce, e pure grazie alla propria verve e simpatia, conduce una trasmissione radiofonica presso una emittente locale.


Ha l’aria da eterno ragazzino: la pelle del viso liscia, le guance sempre un po’ rosee, gli occhi grandi e sognanti, sulla fronte la stessa onda di capelli di quando era adolescente. Ha un fratello, più grande di lui, sposato ormai da tempo, e una sorella più piccola, ancora studentessa. I genitori sono relativamente giovani: suo padre, da poco andato in pensione, era un funzionario del Ministero delle Entrate; la madre è casalinga. Marco è cresciuto in un’atmosfera familiare serena, con dei genitori tranquilli e comprensivi; nonostante il suo carattere tumultuoso è generalmente un tipo ben disposto.


Prima di conoscere Elena ha avuto qualche storia sentimentale, ma a detta sua di poco conto: è lei la donna della sua vita, e lui lo ha capito fin dalla sera in cui si sono visti per la prima volta. A una prima occhiata, Marco potrebbe indurre a pensare di lui come a un tipo un poco superficiale: la sua personalità è effettivamente volta alla sdrammatizzazione delle situazioni; preferisce scherzare in compagnia, che sedere a un tavolo con una persona sola.


Nonostante ciò, molto spesso si è ritrovato a fare da ‘spalla su cui piangere’ a qualche amico, o amica: è nota difatti la sua dolcezza, e anche la capacità di ascoltare e dare un consiglio, o una parola di conforto a chi gli si rivolge per questo scopo. Ma la sua natura è votata al gruppo, alla compagnia numerosa, allo stare insieme per divertirsi.


Non è il tipo che ami in modo particolare l’attenzione su di sé: non è questa la ragione per la quale lo si possa trovare, quasi sempre, tra almeno sei o sette persone; tuttavia egli è dotato di un certo magnetismo, e se pure lungi da lui autoeleggersi a capo carismatico del suo gruppo, di fatto questo è più o meno ciò che di volta in volta avviene. Se a qualcuno dei suoi amici venisse chiesto di esprimere un parere su di lui, la risposta sarebbe: “Marco?! Beh, Marco è Marco…”


Elena è molto diversa da lui: se pure giovane, il suo modo di vestire, i capelli spesso raccolti, il proprio modo di muoversi sono generalmente confacentesi a una donna di età maggiore alla sua. Pure il suo modo di parlare, il tono della voce, sempre un po’ basso, il sorriso e la dolcezza sono da incantamento: possiede una classe innata. Ha una sorella gemella, Arianna, che vive in un’altra città.


Due occhi grandi e azzurri, i capelli castano scuro, longilinea ed atletica se pure non pratichi in modo particolare degli sport. Contrariamente a Marco, Elena non ama la confusione: le serate, le cene e i dopo cena in compagnia, specie se organizzati nella bella casa dei genitori, sono per lei la condizione ottimale; in queste situazioni, Elena è la perfetta padrona di casa: le sue doti, l’affabilità, cortesia, dolcezza si esprimono al loro meglio.


Quando, nel corso di una festa, Marco fa lo “scemo” – termine spesso usato da Elena per aggettivare il futuro marito – con gli amici, lei lo guarda, con un’espressione di tenero diniego e insieme materna. Prima di fidanzarsi con Marco, Elena ha vissuto una storia d’amore tumultuosa e segreta con una persona molto più grande di lei: appena ventenne, durante il secondo anno di Università, perse letteralmente la testa – e lui pure – per l’insegnante del corso di Diritto Internazionale, uomo sulla cinquantina, sposato, padre di famiglia.


Dovette combattere una lotta sanguinosa, per questo suo amore, in famiglia: in particolare con la madre, risoluta a farle troncare la relazione. Ma Elena non è il tipo di persona che perda la calma, e faccia colpi di testa: tenne duro, e riuscì in questo modo a vivere i propri sentimenti per il suo uomo fino in fondo, mediando la situazione con i genitori.


Laureatasi, una sera Elena invitò Marco per una passeggiata nella periferia della loro città. Trascorsero delle ore, mano nella mano, a camminare e a parlare di loro, di quanto avevano fatto da che erano insieme, delle vacanze, delle litigate; divagarono parlando di qualche amico e amica comuni, criticando ora l’uno ora l’altra, ridendo. Ad un certo punto, Elena si bloccò, fissò Marco negli occhi, guardandogli alternativamente il destro e il sinistro; Marco non fiatava: avvertiva che qualche cosa di “grosso” stava per farlo partecipe. Elena, bellissima, sciolse i capelli che le caddero sulle spalle. “Ci sposiamo?” chiese semplicemente, con la sua voce sempre un po’ bassa e sincera.


Marco, da buon maschietto, finì quella nottata nell’alcool, inebriato non solo dai fumi del vino. Il giorno dopo, comunicata la notizia in famiglia, Marco fece il giro delle agenzie immobiliari della città. Quel giorno non si videro né sentirono per l’intera giornata, Marco ed Elena: come se fosse accaduta, ed era accaduta! una rivoluzione nelle loro vite, e i loro rapporti fossero mutati. Un pudore strano e sconosciuto s’era insinuato tra loro due; il pudore di marito e moglie.


Elena da quel momento era già la sposa di Marco: tutta la sua persona irradiava felicità, e il suo daffare, comunicare la notizia alle amiche, la sua complessità di donna che si appresta ad unirsi per sempre ad un uomo erano di colei che sa che i sogni, i propri sogni, altro non sono che eventualità della vita. Va detto che Marco, la sera in cui si parlarono, non ebbe nulla da obiettare alla proposta fattagli dalla fidanzata e anzi, si sentì come sollevato, destituito da un qualche arcano incarico del quale aveva sentito, sin dalla fanciullezza, la presenza e il peso: come se qualcosa, la sua vita, si apprestasse a spostare le proprie radici da un posto ad un altro, e a lui altro non toccasse di fare che espiantarsi e ripiantarsi. La data delle nozze era stata fissata per il venti di maggio dell’anno in corso.


Formano davvero una bella coppia, Marco ed Elena. Bene assortita. Elena, che ha deciso la data, il luogo della cerimonia quanto la cerimonia stessa, dà al suo rapporto col fidanzato un ulteriore “taglio” materno, di sollevamento del compagno dalle decisioni da prendere, e perennemente un poco canzonatorio, sarcastico. Questo ha il suo picco in coincidenza ai preparativi, da parte di Marco, con gli amici dell’addio al celibato: per contro, Marco ha “buttato” una decina d’anni, e si manifesta, se stesso ed il proprio entusiasmo, al pari di un adolescente. Per lui, il proprio matrimonio è un motivo per essere allegro.


Gli amici di Marco, quella cricca di fedelissimi con cui è in rapporti stretti fin dalle scuole elementari, non sono amicizie comuni tra lui ed Elena: velatamente snobbati da quest’ultima in quanto tacitamente giudicati non alla propria altezza, sono gli “amici del bar”, quelli a cui Marco è più legato. D’altro canto, Marco stesso considera gli amici di Elena, diventati nel frattempo amicizie comuni, un po’ troppo altezzosi, e con loro si trova certo a proprio agio, ma contemporaneamente in qualche modo li sente un poco distanti. Sono gli amici del bar ad organizzare a Marco un “addio al celibato coi fiocchi”, consistente in una cena pantagruelica e, soprattutto, nella sorpresa finale: una stanza in un piccolo albergo fuori città, e una prostituta ad attenderlo. Il tutto pagato per l’intera notte.


Quando la serata con gli amici al ristorante, trascorsa tra euforia, alcol, barzellette, sta per volgere al termine, gli amici “accompagnano” Marco - che non realizza pienamente che cosa lo stia attendendo - verso l’hotel rimanendo sul vago alle domande del festeggiato: quando finalmente si capacita di che cosa gli amici gli hanno preparato, ha una reazione piuttosto brusca; dovranno convincerlo ad accettare. La ragazza che lo attende nella stanza d’albergo è giovane e molto carina: ben vestita, dai modi dolci non sembra affatto una prostituta. Un accento rivela le proprie origini rumene. Andati via gli amici, Marco e Anna, questo il nome della ragazza rumena, rimangono in silenzio all’interno della camera: entrambi sono imbarazzati...


Come Continueresti Questa Storia?

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A presto!


Mario Pullini




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