La Giustizia: Una Rete Che Lascia Passare l Pesci Grossi

Ciò che sta accadendo nel nostro Paese da qualche giorno, per il quale non c’è nemmeno bisogno di citare nomi o fatti tanto è il clamore, il dire e ridire da parte di tutti – dalla persona comune al più autorevole dei giornalisti – è l’ennesima situazione tipicamente nostrana che vede coinvolte alte sfere del potere in un pasticcio di costume, politica ed interessi di vario genere (anche qui non serve fare ricorso alla fantasia per andare immediatamente col pensiero alla natura di tali interessi).

Oramai ne siamo abituati: è una rappresentazione scenica per assistere alla quale corriamo ad accaparrarci i biglietti migliori, malgrado se ne conosca drammaturgia, attori, testo. E come per l’eterno ritorno di Pirandello nelle sale dei nostri teatri, di stagione in stagione, riempiamo le sale per poi all’uscita constatare che I “Sei personaggi in cerca d’autore” sono sempre i “Sei personaggi in cerca d’autore” e nulla è stato diverso dallo spettacolo dell’anno prima, da quello prima ancora e così via, per lo spettacolo dato dalla politica ci comportiamo esattamente nella stessa maniera: nonostante sappiamo chi sia il protagonista, che cosa faccia, di chi si innamori, a quali escamotage ricorra per raggiungere i propri scopi, per nulla al mondo ci perderemmo la replica della messa in scena.

Quello che resta in bocca è un sapore che oramai è alitosi e che ci portiamo a letto, la sera, insieme alla certezza - una delle pochissime di questo nostro tempo - che dopo innumerevoli talk show, telegiornali, interviste dove centinaia di persone hanno detto tutto e il contrario di tutto, nulla cambierà, e chi stato nell’occhio del ciclone ritornerà a fare né più né meno ciò che lo ha portato, sotto i riflettori, all’attenzione di tutti noi. A questo punto giungo ad una conclusione amara, molto amara, ed è la seguente: la Giustizia è una strana rete che contemporaneamente trattiene i pesci piccoli e lascia passare i pesci grossi.