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giovedì 27 gennaio 2011

La Rete: Consigli Per Uno Scrittore Che Apre Un Blog







La Rete. Fino a pochi anni fa con questa parola venivano alla mente per primo la rete del materasso, o al limite la rete da pesca. Ora che tutti ci siamo trasferiti su Saturno, il termine ha mutato accezione e va ad identificare qualcosa di molto diverso e soprattutto di non facile localizzazione. 





Certo, internet, la ramificazione che caratterizza il suo modo di funzionare e manifestarsi, ma allo stesso tempo la sensazione che se ne ricava, almeno che ne ricavo io, è di tutto e niente allo stesso tempo. E’ perché sono vecchio? Non direi, considerato che quando tutto questo muoveva i propri primi passi, negli anni ottanta, io ero adolescente per cui atto a ricevere e accettare questo enorme cambiamento esistenziale. 




La rete ha, tra le incalcolabili trasformazioni perpetrate in noi esseri umani e nel nostro modo di relazionarci, portato indubitabilmente delle possibilità che prima del proprio avvento erano impensabili: mi riferisco agli scrittori, per citare un esempio di applicazione tra gli svariati, o a chi fa della musica. 


Per chi nutriva velleità di questo tipoproporre le proprie creazioni era un problema di tipo anche logistico: per comporre della musica e trasferirla su di un supporto era necessario avvalersi di uno studio di registrazione e, una volta in possesso del master, dare avvio al pellegrinaggio presso le case discografiche, fissando appuntamenti, prendendo treni, aerei, con un dispendio di denaro e di tempo che già da solo faceva da imbuto, precludendo ai più la possibilità di emergere, o quantomeno proporsi. 


Per la scrittura le cose non erano troppo diverse ossia, una volta compiuto il proprio lavoro, si eseguivano decine e decine di copie dello stesso da spedire, rigorosamente via posta, alle varie case editrici le quali ricevevano e spesso, se non quasi sempre, ignoravano i manoscritti per mancanza di tempo, o forse anche di volontà


Il computer ha buttato all’aria questo stato delle cose: il musicista può comporre e arrangiare un pezzo musicale in camera propria, spedirlo via file al discografico il quale lo riceve sempre in camera sua e, se il pezzo piace, diventa un cd, ad esempio. Facile, no? Mi chiedo se i Led Zeppelin, potendosi avvalere di questa semplicità di mezzi, sarebbero mai diventati i Led Zeppelin. Non lo sapremo. 


Intrappolati nella rete come tutti oramai siamole cose certo vanno via facili, tuttavia i casi di persone che si sono elevate dalla bolgia grazie a internet non sono poi molti in rapporto al numero di quelle che nella rete giacciono impigliate. Una delle illusioni a cui la rete ha dato avvio è la velocità con la quale si possano ottenere risultati. 


Si è creduto, e immagino si continui a credere, che a simultaneità nel postare le proprie creazioni – per chi si avvale di un sito, o di un blog che faccia da vetrina ai propri prodotti – e vederle “pubblicate” debba avere rispondenza nei risultati: il fatto che la rete sia un intricatissimo sistema di canalizzazione che si estenda in ogni angolo del pianeta non equivale ad avere un contatto simultaneo con milioni di persone. Sembrerà un’ovvietà, ma non è così a mio modo di vedere. 


La rete funziona come qualsiasi altro sistema di “distribuzione”: più è estesa la propria, e più persone raggiunge. Voglio con questo rivolgermi a quanti abbiano spostato – come in parte ho fatto io che sono uno scrittore – il proprio lavoro e la propria attenzione dalla “realtà” oggettiva a quella virtuale data da internet: non crediate sia sufficiente dotarsi di uno spazio ben disegnato e ben scritto (qualità di un sito o di un blog certo importanti ma non principali) per farvi conoscere da un gran numero di persone. 


La mia piccola esperienza mi fa affermare con una certa sicurezza che fondamentali siano: per primo la regolarità e la  puntualità nel postare ciò che si desidera e intende far arrivare agli altri (un blog fermo è un blog che non dà risultati); la chiarezza d’intenti manifestata a chi visita il tuo spazio: non esiste una persona al mondo a cui non interessi il denaro o la notorietà, ad esempio, per cui non pensare di risultare più simpatico dicendo che l’uno e l’altra ti fanno schifo perché tu sei un puro: non ti crederebbe nessuno e avresti già compiuto un errore. 


Se sei uno scrittore, ad esempio, è del tutto inutile o addirittura fuorviante mettere nel tuo blog la classifica dei dieci dischi che più ti piacciono (non è vietato e non offende nessuno, questo è certo, ma è preferibile evitare che il tuo blog diventi un bazar); attirare persone non vuol dire andare a caccia di persone: evita di cavalcare la tigre di passaggio, occupati strettamente di ciò che conosci e che ti interessa. 


Malgrado qualcuno lo faccia – ed abbia anche un grande numero di visitatori affezionati – io non credo negli spazi riservati all’aria fritta: è importante poter parlare di scempiaggini o del più e del meno, specie dopo una giornata di duro lavoro, ma presta attenzione a non diventare un “guru” del nulla


Spero di essere stato utile con queste mie considerazioni.


Non esiste una strada sbagliata. Ogni strada ti porterà a una destinazione.


A presto!


Mario Pullini





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