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martedì 23 novembre 2010

Quelli che del Proprio Cammino Non Conoscono che il Tragitto Medesimo



Cari Italians,
strano come le cose della vita spesso accadano fuori tempo.


Quand'ero ragazzo, agli inizi degli anni Ottanta, chi palesava pensieri contestatori, oppure ambiva a diventare scrittore, attore, generalmente un artista o comunque manifestava propositi e idee contrari alla linea comune, era guardato con curiosità, con compatimento, come se i propri propositi altro non fossero che i sintomi del disturbo che aveva in corso. Le attività artistiche e culturali in provincia avevano uno spazio molto limitato, al cinema imperversavano Rambo e Rocky, a teatro Gaspare e Zuzzurro, alla tivù Drive In.
Certamente non solo quest'ultimi, ma il rapporto era schiacciante.


In questa atmosfera dove i simboli tra i giovani erano l'aquila di Armani, la Volkswagen Golf e le scarpe Timberland, io meditavo di trasferirmi a Roma per studiare recitazione. Quando presi a concretizzare tale progetto fui preso per demente. Da quasi tutti. Dai miei genitori per certo. Ora, in questo nostro tempo, dai giornali, senz'altro dalla televisione, dai film al cinema, e ancora a scuola, per le strade, nei locali serali e in qualsiasi altro posto ci si possa recare, il diktat che si leva in coro è di essere se stessi.


Di ascoltare il proprio cuore, di fare nella vita solo ciò che piace, per cui ci si sente portati e non accettare mai, per nessuna ragione, compromessi. Sorrido e impreco adesso che nessuno più si indignerebbe, nessuno più punterebbe l'indice, adesso che tutti quanti hanno capito che la vita è qui e ora e non ce ne saranno altre per porre rimedio; che non ci saranno premi per chi non è partito al via insieme agli altri, o ha creduto che la rinuncia fosse la più alta delle azioni umane.


La vita va anche così. E, crediate, darei qualcosa per poter respirare, suggere, permearmi del fiato che ammanta coloro i quali non sanno ciò che io ora intendo con queste parole. Quelli che del proprio cammino non conoscono che il tragitto medesimo, e mai si sono attardati nel guardare dal di fuori se la strada fosse proprio quella giusta. A tutti loro vanno la mia ammirazione, la mia stima e il mio affetto. E anche un poco di rabbia.

Non esiste una strada sbagliata. Ogni strada ti porterà a una destinazione.


A presto!


Mario Pullini

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